La mattina dopo mi ritrovai fra le braccia di mia mamma, le lacrime mi stavano bagnando. Stava soffrendo per colpa mia. L’abbracciai forte e le lacrime che sentivo stavolta erano le mie. -Ne ho parlato con tuo padre e hai il nostro consenso. Pensiamo che questa sia l’opportunità giusta per dare una svolta alla tua vita e se questa è la strada che vuoi seguire non è giusto che te lo impediamo. Però devi promettermi che studierai quest’estate per recuperare la materia.-
In quel momento capii cosa proverebbero i miei genitori in futuro, quando non li vedrò più ogni giorno e stavo male anche io. Ma tenevo al calcio più di ogni altra cosa e se anche un ragazzo come Andrea me lo diceva, dovevo pur avere un certo talento.
-Hai la mia parola- dissi, dopodiché scendemmo in cucina per la colazione. Mio padre come sempre non c’era, ovvio era al lavoro.
Quando finii di mangiare, decisi di andare a trovare Ale. Doveva sapere tutto. Dopotutto era la mia migliore amica oltre che ragazza da qualche mese. Inoltre abitava nel mio quartiere quindi nel tempo extra scolastico ci risultava facile vederci.
Era una giornata calda, così andammo a fare una passeggiata. Passo dopo passo riuscii a raccontarle tutto e lei con poche parole mi sollevò il morale. Capii che con nessun altra potevo sentirmi bene come stavo con lei, nemmeno con Ari. Era grande il peso che avevo dentro, quello del fatto che l’avevo quasi tradita.
Dopo la passeggiata andammo a casa sua a guardare un film, la casa era deserta, non c’era nessuno tranne me e lei. Guardammo un film romantico e tenevo lei fra le mie braccia. Però dentro di me sentivo che doveva sapere di Arianna, così a metà film le dissi tutto. All’inizio sembrava che la prendesse bene ma quando si rese conto che io l’avevo desiderata, Ale mi cacciò da casa sua e aveva ragione.
Ecco ero da solo, tutti soffrivano a causa mia e mi sentivo tremendamente in colpa.
Era sera e stavo aspettando che mio padre tornasse dal lavoro per cenare e non solo, aspettavo anche ciò che avrebbe avuto da dire riguardo al calcio e alla proposta. Quando tornò però, niente era come mi sarei aspettato. Era in un certo senso felice che finalmente avevo trovato una ragione per studiare ed impegnarmi. Così quella sera chiamai il talent scout per dargli la buona notizia.
Pensai tutta la notte ad Ale, non potevo neanche pensare di averla persa per sempre.
Il giorno seguente lo stracorsi studiando matematica. Quando feci una pausa ne approfittai per chiamare Alessandra per chiederle scusa, ma lei non rispose e così le lasciai un messaggio in rubrica cercando di farmi perdonare. Aspettai tutto il giorno che mi chiamasse ma ovviamente non richiamò.
Era mezzanotte e non riuscivo ancora ad addormentarmi. Tutto ad un tratto il telefono di casa squillò. Era Ale!
Mi preparai a ricevere una marea di insulti, invece no, mi disse che ci dovevamo vedere poco dopo al parco. Uscii dalla finestra senza fare rumore e raggiunsi il parco.
Corsi facendo più in fretta che potevo. Lei era già li che mi aspettava. Il suo viso era cupo, cercava di nascondere le lacrime, ma le era impossibile. Cominciò a parlare e le sue parole uscivano veloci. Il dolore che provava riuscii anche a toccarlo. Mi disse che mi avrebbe perdonato ma se avessi fatto un altro passo falso mi avrebbe lasciato subito. La abbracciai forte e la riaccompagnai a casa.
In quel momento, tutto era perfetto.