Sebbene quella dimora fosse così grande e lussuosa, la ragazza che viveva all’interno era veramente cortese. Era un piacere parlarci insieme. Quella sera, per far sentire la ragazza italiana a suo agio, Mireya ordinò della pizza per cena. Quando si fece tardi, si misero in salone a parlarsi, per conoscersi un po’. La ragazza del posto parlava bene l’italiano, nemmeno si sforzava più di tanto. Eleonora, a un certo punto, le fece una domanda che forse si pentì di fare per la risposta che avrebbe potuto ricevere.
-Ma … i tuoi genitori? -.
Mireya, però non fu per nulla dispiaciuta di rispondere.
-Li vedo solamente di domenica, svolgono un lavoro importante non proprio qui a Madrid. È anche per questo che, da fuori posso sembrare antipatica e snob dal mio modo di apparire. Cercano di viziarmi per farmi pesare meno la loro mancanza. Lo fanno solo per me, ed io lo apprezzo, anche se non vorrei essere giudicata male -.
Eleonora cercò lo stesso di cambiare discorso e parlarono di scuola, musica e ragazzi. Dopo quella chiacchierata andarono nelle loro stanze. Nonostante tutto, Eleonora iniziava a sentirsi bene e prese fiducia in se stessa, convincendosi che sarebbe riuscita ad adattarsi molto presto. Il giorno successivo conobbe i genitori della ragazza spagnola, potendo constatare che fossero veramente delle brave persone. Per il resto della settimana, il mattino si ritrovavano tutti a scuola, mentre nel pomeriggio si visitava la città dividendo in tappe il tempo a disposizione. Quello che veramente ci interessa, successe il venerdì, ovvero il giorno prima che i ragazzi italiani partissero per tornare al loro paese. Prima di far ritorno agli alloggi, Mireya passò a prendere Taylor che, come ogni venerdì, doveva farsi la toelettatura. Lungo il margine della strada, però, era seduta una donna sulla quarantina, vestita di stracci, che chiedeva l’elemosina. La ragazza, di animo buono, si intenerì, dandole una banconota da venti euro. La signora, per ricambiare il gesto della biondina, si offrì di leggerle la mano. Ovviamente Mireya non rinunciò, giacché era pure abbastanza curiosa di sapere il suo futuro. Era una persona che dava fiducia anche agli oroscopi.
-Ragazza, le carte mi dicono che in questi giorni ti accadranno due cose: riceverai un regalo inaspettato ma, mi dispiace dirlo, avrai un brutto incidente -.
La ragazza rimase ferma per un attimo, concentrandosi sulla parola “incidente”. Poi si alzò, ringraziando la signora con un sorriso. Ritirò il cane, poi tornò a casa. Eleonora, che intanto aveva preparato il risotto per cena, riconobbe subito che qualcosa turbava la compagna, giudicando dall’espressione che invadeva il suo volto. Quindi, senza pensarci due volte, andò a chiederle cosa fosse successo per essere così triste, ma Mireya, impassibile, le rispose che era solo un po’ stanca. Mangiarono il delizioso risotto con i funghi preparato da Eleonora, dopodiché questa accompagnò l’amica a dormire, per farla riposare. Rimase dispiaciuta per questo, era l’ultima sera e potevano guardarsi un bel film horror per terminare la vacanza. D'altronde non voleva influire nelle questioni personali della compagna, anche se la preoccupazione era comunque rimasta.
Mireya, per tutta la notte non chiuse occhio, pensando a quello che le aveva detto la signora qualche ora prima. Pensava a quando era bambina, l’incidente che aveva avuto in barca quando stava per affogare e al padre che riuscì a salvarla per miracolo. Il padre, però, non poteva esserci in quel momento. Gli salirono alla mente mille pensieri e mille paranoie, facendola preoccupare.
Alle tre di notte, Eleonora sentì una mano che le toccava il viso, facendola svegliare. Davanti a lei, trovò Mireya, con gli occhi lucidi. Aveva appena finito di piangere.
-Che succede Miry? -.
-Ele, oggi tornando ho incontrato una signora che chiedeva la carità e le ho dato dei soldi. Lei in cambio mi lesse la mano, dicendomi che durante la prossima settimana avrei avuto un incidente. Ho paura per questo, mi devi aiutare. Stanotte ci ho pensato parecchio e volevo chiederti se ti andava di scambiarci … -.
-Scambiarci? - chiese confusa la compagna.
-Si, tu sarai me per un po’. Io partirò al posto tuo - disse Mireya.
-Ma sarebbe impossibile! Cosa diranno gli altri? - domandò Eleonora.
-Non se ne accorgeranno. Ci assomigliamo parecchio, vedrai che con un po’ di trucco saremo identiche. Per favore! - rispose Mireya.
L’altra ci pensò. Sarebbe potuta stare in quella casa fantastica in quella città fantastica? Era la cosa migliore che potesse capitarle!
-Per me sarebbe, inoltre, fantastico stare qui. L’unico problema sarà casa mia, non so se ti ci potrai trovare bene - disse Eleonora.
-Non preoccuparti per questo, non sono mica così schizzinosa! -, rispose la compagna, comportando una breve risata.
Andarono così in bagno, armate di trucchi, vestiti e piastra. Mireya, una vera esperta nel settore di estetica, gli passò un po’ di fondotinta, dopodiché le truccò gli occhi con dell’ombretto blu brillante. Le mise qualche puffata di fard ai lati delle guance e del lucidalabbra. Infine, le stirò i capelli. Lei, invece, restò naturale, senza un filo di trucco. Si scambiarono i vestiti. Eleonora le fece indossare una maglietta azzurrina abbastanza larga e un paio di shorts verdi, mentre a lei fu prestata una minigonna con le pailette e una canottiera attillata color prugna intonata a degli stivali tacco 7 fino al ginocchio. Si andarono a specchiare, rimanendo stupite dall’evidente somiglianza che c’era tra loro. La faccenda si stava facendo parecchio interessante.
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