All’alba si salutarono all’aeroporto. Tutti gli studenti erano esageratamente tristi per l’abbandono della stupenda città. In aereo, la migliore amica di Eleonora si sedette, come'era logico che fosse, di fianco alla sosia Mireya. Questa contava più che altro sul fatto che gli occhiali da sole che indossava le coprissero abbastanza il volto: le ragazze, si sa, notano ogni particolare. Mentre la classe tornava in Italia, in Spagna Ele approfittò di quel sabato mattina per andare a fare un giro tra i negozi. Adorava il look della sua compagna. In giro per il centro c’era tantissima gente e, ricordandosi del negozio che aveva visto il martedì visitando la città, si diresse verso quella direzione. Lo trovò subito, appariscente com’era. Fece qualche giro tra i camerini, provandosi uno dopo l’altro i capi di abbigliamento di quel negozio. Sfruttando un po’ di quattrini che si era portata da casa, si comprò due vestiti e una maglia piuttosto cortina. La sua compagna, a ora di pranzo, doveva essere arrivata a casa. Eleonora era molto preoccupata per la reazione che avrebbero potuto avere i suoi genitori quando si sarebbero accorti che era ritornata la figlia sbagliata e sperava che quel momento avvenisse il più tardi possibile.
Quel sabato sera, Eleonora si mise a scrivere una lettera all’amica straniera, per chiederle se andava tutto bene. Fu interrotta, però, dal suono improvviso del campanello. Scese a vedere chi fosse arrivato e inaspettatamente vide dal video-citofono i volti dei genitori di Mireya.
"Questa non ci voleva" penso dentro di se. Gli aprì, trovandoseli di fronte.
-Allora? Non sei contenta che siamo arrivati prima? - chiesero loro, vedendola un po’ persa.
-Si si! Che bella sorpresa! - rispose, cercando di imitare perfettamente la voce della loro figlia, oltretutto parlando in spagnolo. Loro non si accorsero della differenza, forse pensavano che avesse cambiato look o forse erano troppo felici di vederla che non si resero conto dei particolari. Tutto questo però fu di breve durata. Infatti, la mattina seguente, quando si svegliarono, Mireya era solita preparargli la colazione. Eleonora, a quel punto, non si tirò indietro anzi, cercò di ricordarsi quello che di solito gli veniva preparato. Andò in cucina, disponendo le tazzine nel vassoio e prendendo una brioche per ognuno. Fece il caffè, con tanto di schiuma abbondante, come piaceva a loro. Quando fu tutto pronto, lo portò in camera. Deliziarono la colazione, ma quando il “padre” assaggiò il caffè, il suo viso assunse un colore indefinito.
-Miry, come mai non hai messo lo zucchero? - chiese, disgustato. -Ops! Scusami! - rispose Ele, andando a prendere dello zucchero in cucina. Appena lo prese dalla dispensa, Taylor corse da lei e, per giocare, le morse leggermente il piede. La ragazza, colta di sorpresa, cadde portandosi dietro non solo lo zucchero ma anche qualche kilo di pasta e alcuni pacchetti di biscotti. Si sentì subito mortificata. Quando alzò la testa per rimettersi in piedi vide, alla sua destra il cane che la guardava divertito e a sinistra due paia di piedi. Li guardò dispiaciuta.
-Miry, è da ieri sera che sei strana, tu ci nascondi qualcosa -. Lei abbassò subito lo sguardo.
-Aspetta aspetta, come mai non hai la tua collana preferita? Non te la togli mai … - chiese la “madre”.
-L’ho … lasciata in bagno, l’avevo tolta per fare la doccia e ho dimenticato di metterla - disse Eleonora, ma questa sua risposta un po’ balbuziente fece preoccupare ancora di più gli adulti. Eleonora raccolse il disastro che aveva combinato. Intanto i genitori tornarono al piano di sopra. Andarono in camera della ragazza, per controllare se aveva nascosto qualcuno. Quello che trovarono, però, fu molto peggiore. La diciassettenne aveva lasciato sopra il comodino, dalla sera prima, la lettera che stava scrivendo all’amica. Loro, pensando che fosse di un ragazzo e, preoccupati perciò che qualcuno l’avesse fatta soffrire, la lessero. Era incompleta, anzi le uniche cose state scritte erano:
“Cara Mireya, qui si sente la tua mancanza. Spero che li stia andando tutto bene, vorrei sapere le novità che ….”
E la lettera si sfumava qui, in un “che” che aveva tutta l’aria di includere il guaio in cui si era cacciata Mireya.
Eleonora tornò in camera e quando varcò la porta, si trovò i genitori davanti, con aria furiosa.
-Eleonora? - chiese il “padre”. Ele sbarrò gli occhi, fissando il vuoto. -Dov’è nostra figlia? Rispondi stupida! - continuò la madre, con le lacrime agli occhi.
La ragazza non rispose. Non riusciva a pensare a nulla, come ogni volta che doveva farsi venire in mente qualcosa. Le arrivò uno schiaffo dritto sulla guancia dalla donna.
-In Italia - rispose finalmente Ele. -Ma sei impazzita??? - e un altro schiaffo le arrivò.
-Smettetela! È lei che mi ha chiesto tutto! - confessò la ragazza. -...mia figlia non farebbe mai una cosa del genere! Cos’è successo??? - chiese l’uomo.
- … venerdì si è fermata a dare dei soldi a una signora che chiedeva l’elemosina e questa le ha letto la mano. Le ha detto che tra ieri e oggi sarebbe arrivato un regalo inaspettato e che avrebbe fatto un incidente. È venuta da me piangendo e chiedendomi di poterci scambiare -.
A quel punto loro tacquero. Successivamente a quella discussione, i genitori chiamarono Mireya al cellulare, dicendole di prepararsi. Quando uscirono dalla porta, la ragazza si ricordò di aver dimenticato il telefonino in casa. Tornò all’interno dell’edificio a prenderlo e quando uscì, trovò due auto entrambe piuttosto distrutte. La Jaguar xj220 dei suoi e una Porsche boxster nera. Delle persone stavano chiamando la polizia. Lei rifletté un attimo. Se non si fosse dimenticata il telefono in casa, probabilmente in quel momento starebbero chiamando l’ambulanza. Era una fortuna per lei, ma anche per Miry, che sarebbe dovuta finire sotto quelle macchine. Ringraziò Dio anche per i suoi genitori, che fortunatamente erano riusciti ad evitare di essere colpiti nella parte anteriore della macchina. Tom e la moglie portarono Ele all’aeroporto e la fecero salire insieme a loro in un jet di loro proprietà. In due ore, furono a Treviso, nel Nord dell'Italia, dove la ragazza li stava aspettando. Appena si videro, le due ragazze si abbracciarono.
-Che hai fatto qui? - le chiese Mireya, accarezzandole la guancia.
-Qualcuno pensava che ti avessi fatto del male - rispose l’altra.
-Mi dispiace tantissimo! Scusa! - disse Mireya, mortificata.
-Non ti preoccupare! Comunque ti sei persa i tuoi genitori che per farti una sorpresa sono rientrati sabato sera e un incidente che per grazia di Dio sono riuscita ad evitare -. Poi aggiunse: -A te com’è andata, invece?-
-Mi hanno scoperto subito ma i tuoi genitori sono fortissimi! Mica si sono arrabbiati sai? Erano solo spaventati all’inizio! - spiegò Miry.
Entrambe si misero a ridere, coinvolgendo anche i genitori di entrambe le famiglie. Sebbene lo scambio durò così poco, l’esperienza fu irripetibile. Prima di lasciarsi, le due ragazze si abbracciarono di nuovo, promettendo di rivedersi.
FINE
Non male. Fine un po' frettolosa, mi sa. Eleonora che si vuol togliere le scarpe prima di entrare in casa di Mireya è un dettaglio interessante, anche se non ho capito se Ele è abituata così, o è un riguardo nei confronti di questa villa tanto lussuosa. Beh, continuate a scrivere.
RispondiEliminaHa ragione, non abbiamo specificato. Eleonora si voleva togliere le scarpe perché in quel momento le sembrava la cosa giusta da fare in una casa del genere. A casa sua, a volte le toglie, a volte si dimentica. :)
RispondiEliminaUh. E cosa si mette, quando si toglie le scarpe? Se dimentica spesso di togliersele, a casa, la cosa è ancora più interessante, perché l'accenno spontaneo di levarsi le scarpe a casa di Mireya sarebbe indicativo dell'effetto che fa su Eleonora il trovarsi in quel posto.
RispondiEliminaPer esempio, quando la mamma di Ele le dice di preparare la valigia, potrebbe fare una battuta così: "E ti sei di nuovo dimenticata di toglierti le scarpe, hai lasciato impronte dappertutto, imparerai mai?" Così quando chi legge arriva al momento in cui Eleonora fa il gesto di togliersi le scarpe sa che è una cosa che, di solito, si scorda. Nota il cambiamento, ecco.
Comunque, a me piacciono le cose come questa, e magari mi ci fisso pure un po' troppo, eh.
(spero sia un refuso, quel "Ha ragione" e ti sia sfuggita una "i", di "Hai". Il tu, il tu.)
Ciao,
(-:
In effetti, una battuta del genere ci sarebbe stata. Grazie mille del consiglio, la prossima volta ci penseremo due volte. :)
RispondiEliminaPs: Eleonora, a casa sua, resta in calzini quando si toglie le scarpe. Anche io quando entro in casa degli altri me le tolgo sempre, per educazione. È una ragazza discreta, tutto qua. ;)
Uh. Prego. Io mai fatto, di togliermi le scarpe, casa mia o di altri. Solo un paio di amici che conosco lo fanno, a casa loro. Cosa interessante, ecco. Per me, almeno.
RispondiEliminaGrazie a te per le delucidazioni, Giulia.
A(ndr)ea